6 Febbraio di Marianna Balducci
Chiunque sia venuto in contatto con il Giappone attraverso amici, viaggi o semplicemente con i manga ha di certo avuto modo di vedere un furoshiki.
Il furoshiki è un'antica tradizione del Sol Levante per la quale un quadrato di stoffa, sapientemente piegato e annodato, diventa un'elegante bag per contenere e trasportare oggetti o per avvolgere con stile dei regali. Le varianti sono davvero tante: può essere di cotone, seta, rayon. Più sobrio o più variopinto a seconda della volontà di osare. Originariamente poteva essere in tinte Edo per l'uomo (marrone, nero, verde) e più sgargiante per la donna nelle varianti di colori e fantasia Kyoto, double face, con il blasone della famiglia, delle scritte commemorative, con fantasie o in tinta unita. Fatti a mano, a macchina, da massaie, artigiani, artisti, bambini. Insomma già nel Giappone piu antico ci s'imbatgteva nell'imbarazzo della scelta. Oggi, in Occidente, il furoshiki può essere una variante fashion, creativa e al tempo stesso eco-sostenibile alle più anonime shopper in polietilene, ai pacchetti regalo in materiali plastici e carta e, perchè no, un'alternativa di tendenza a borse e borsette, anche se, bisogna ammetterlo, forse in quest'ultimo caso un po' meno comodi. Se, invece, avete qualche riserva sulla solidità di queste soluzioni di trasporto, tranquilli: il nodo Ma Musubi è affidabilissimo ed è in grado di sorreggere pesi anche piuttosto elevati.
Mi sembra particolarmente pertinente segnalare questa tecnica proprio in questi giorni, dato che, dal primo gennaio 2011, è ufficialmente partito lo stop alla produzione e al commercio dei sacchetti di plastica (e noi di ReeDo ci stiamo attenti come avete già potuto leggere qui), prodotti largamente usati e abusati da noi italiani che ne consumiamo circa 400 a testa ogni anno, per un totale di 20 miliardi. Valentina Sardu, giovane designer e appassionata di moda e arte giapponese, ha pazientemente e sapientemente raccolto e realizzato, per Marco Valerio Edizioni, un volume rivolto agli appassionati di moda, in cui troviamo disegni e le istruzioni, addirittura un DVD, per guidarci in decine di realizzazioni diverse e di altissimo effetto. La creazione di foulard creativi può partire dai materiali e modelli più disparati, se non tutti possono infatti piegare un foulard di Hermès, l'impiego di stoffe trovate in qualche bancarella delle pulci o magari semplicemente recuperate dal fondo di qualche cassetto in cui erano state dimenticate assicura la massima resa con la minima spesa, un indubbio risparmio non solo per noi ma per l'ambiente in cui viviamo.
via marcovalerio.com, montag.it
Andrea Camarda
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