23 Maggio di Marianna Balducci
I libri sono oggetti bellissimi: custodiscono materia e memoria in uguale misura. Non sono soltanto archivi di informazioni e storie raccontate, ma sono “cose” alle quali affezionarsi; nella loro imprescindibile concretezza, si ritagliano un posto fisico nella nostra casa (a partire da un mobile tutto loro, la libreria!) e ci aiutano a ricordare che la parola non è solo un dato fluttuante, ma una tangibile traccia di realtà. Amos Oz, nel suo romanzo Una storia di amore e di tenebra, scrive:
"Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. […] Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver."
Da qui sono partita a curiosare nella rete in cerca di quei libri che erano rimasti dimenticati sugli scaffali, ma poi sono stati trovati e REEusati in modo tutt’altro che ordinario, rivendicando proprio il loro statuto di “oggetti” con cui creare.
Vengo subito investita dalle cascate di Alycia Martin, un flusso di libri prepotenti che si accavallano, si spintonano, seguono una corrente immaginaria che li ha travolti e congelati negli angoli più insoliti delle città. Quella in foto (in alto a sinistra) è un’installazione del 2009, si trova a Molino San Antonio (Cordoba). Meno invasivo è, invece, l’intervento di Mike Stilkey (Los Angeles) che con i libri ha composto le sue originalissime tele e li usa per raccontare storie a modo suo. Mi sono innamorata dell’opera “See what you say” composta da 1000 libri e dalle figurine un po’ malate un po’ innamorate dipinte in questo bizzarro tête-à-tête.
E ora guardate qui…
Me lo leggevo qualche mese fa sul giornale e ora me lo ritrovo anche segnalato su recyclart.org: Matej Kren e le sue impalcature favolose fatte con i libri. Niente mattoni, solo pagine e copertine a formare architravi e muraglie. Mi aveva talmente affascinato che avevo fatto una piccola ricerca per includere i suoi lavori in un progetto d'esame e mi sono promessa di andare a visitare presto la sua installazione al Mambo (Museo d'Arte Moderna di Bologna), visibile fino al 25 luglio. Ora che l'estate si è fatta un po' di coraggio e ha deciso di decollare, rinnovo la mia promessa ed estendo l'invito a tutti i lettori. L'installazione si chiama "Scanner" e si inserisce nel "Book Cell Project", una sorta di mappa di "igloo" fatti di carta stampata distribuiti in tutto il mondo e progettati appositamente sulla base del luogo ospitante.
Per ora mi fermo qui, ma per tutti gli amanti dei libri (anche quelli non REEusati) se siete di Rimini e dintorni, a giugno partirà l’edizione 2010 di Mare di libri (18-19-20 giugno) ... da non pedere!
Marianna Balducci
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