13 Gennaio di Marianna Balducci
Oggi più che mai i concetti di riuso, biologico e vintage sono sempre più diffusi, toccando molti settori tra qui quello del fashion. Grandi Maison di moda propongono molti prodotti che possiedono, in teoria, tutte le caratteristiche che dovrebbero rendere eco-fashion i loro prodotti, ma a mio avviso ancor più nobile è il far coincidere il riciclo e riuso con alcuni problemi sociali come l’immigrazione e integrazione. Esempio di questa intelligente operazione si trova nel Centro Astalli di piazza Santissimi Quaranta Martiri, a Palermo, nel quartiere Ballarò. Il centro apre solo due volte a settimana, il mercoledì e venerdì, per quattro ore totali, dalle 10 alle 12. Vi lavorano dieci donne provenienti da Bangladesh, Ghana, Marocco, Sri Lanka e Mauritius, che riutilizzano i vecchi abiti raccolti dal Centro, molto spesso rovinati e impossibili da indossare dagli immigrati che vanno lì per trovare un indumento. Sotto la supervisione di due volontarie in pensione, le donne tagliano, inventano modelli, ricreano. Anche un semplice pezzo di stoffa, unito agli altri, può servire per fare una coperta; nulla viene buttato. Non si tratta di lavoro, ogni pezzo è cucito a titolo gratuito e donato ai tanti bisognosi che si rivolgono al Centro Astalli. Dalla nascita di questo centro si sono poi formate altre attività come una scuola di italiano per stranieri, un corso per la preparazione al conseguimento della Licenza Media Inferiore e un corso base per computer. Infine tramite l’Agenzia Multifunzionale, si offre uno sportello di orientamento legale e un servizio di doposcuola per minori immigrati; un ambulatorio medico, con l’obiettivo di offrire un’assistenza sanitaria di base, e un Centro di prima accoglienza, che offre servizi giornalieri di docce e di lavanderia, consulenza legale e smistamento di offerte/domande di lavoro. Credo che questo centro come molti altri siano un esempio da seguire e ampliare per cercare di migliorare parecchie problematiche purtroppo presenti nella nostra società. Sperando che nel nuovo anno almeno dei piccoli passi vengano fatti per migliorare il nostro futuro, possiamo iniziare con il non rispettare l’usanza di buttare nella notte di fine anno gli oggetti che consideriamo vecchi. Una volta presi tra le mani guardiamoli e chiediamoci se possono servire a qualcun altro…
Auguro a tutti i lettori di Reedo un buon inizio anno. Per ulteriori approfondimenti potete consultare il sito marraiafura.com/
Mirko Burin
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