13 Dicembre di Marianna Balducci
Per anni simbolo di lusso sfrenato, di tessuti pregiati e trame raffinate, oggi il mondo della moda sta conoscendo una nuova stagione che rompe con lo sfarzo del passato per sposare una causa sempre più importante, quella dell’ecosostenibilità. Tra gli eventi dedicati, che sono in continuo aumento, si segnalano il Sustainable Show e, sempre a Londra, il Well fashioned: Eco style in the UK, il cui motto “Fashion develops a conscience” è testimonianza del fatto che anche la moda si è resa conto di quanto sia importante avere cura del pianeta che noi tutti condividiamo. Caratteristici della nostra penisola, già da un anno, sono invece i party del Swap Club Italia.
La moda ecosolidale si articola in due punti: da una parte è possibile utilizzare prodotti ecosostenibili, ridurre gli imballaggi e limitare le emissioni inquinanti in ogni fase della produzione e del trasporto; dall’altra si può destinare una parte dei propri proventi al finanziamento di enti specializzati in attività di tutela dell’ambiente.
Nessun campo del settore viene tralasciato, si passa dall’abbigliamento alle borse, dai gioielli alle scarpe. Più nello specifico, per quanto riguarda le calzature, la stilista danese Liza Fredrika Åslund (collezione What’s more alive than you) interviene sul tacco delle proprie creazioni, sostituendolo con oggetti di uso comune che vengono incollati e poi verniciati: pomelli, maniglie, dettagli di scarto della produzione di sedie, tavoli, sgabelli e oggetti simili. Un’altra via è quella di intervenire sui materiali: la Timberland ha recentemente prodotto gli stivali Earthkeepers che utilizzano gomma e PET riciclati (basta una bottiglia e mezzo per ciascun paio di stivali). Altre case che producono calzature con prodotti ecosostenibili sono FYE e Colin Lin. I prodotti FYE (For your Earth), lanciati da poco sul mercato francese dopo circa due anni di esperimenti sul prodotto finale, rispettano tutti i canoni dell’ecosostenibilità a partire dalla produzione fino ad arrivare al consumatore, a cui non viene richiesta una grossa cifra per l’acquisto.
La fashion designer taiwanese, invece, progetta da tempo accessori, scarpe e borse a basso impatto ambientale, riciclando degli scarti di giornali. La tomaia delle scarpe, ad esempio, viene realizzata lavorando a mano più volte gli scarti fino a farne un intreccio resistente che viene in seguito verniciato e reso quindi impermeabile.
La strada tracciata da FYE, Colin Lin e gli altri protagonisti della moda qui citati potrebbe, e anzi dovrebbe, essere seguita da tutti gli altri fashion designer per far sì che la moda ecosostenibile abbandoni lo stato provvisorio di novità per assumere quello di standard qualitativo universale.
via ecologiae.com, filigranaedintorni.blogspot.com, architetturaedesign.it
[immagine in alto: FYE shoes]
Ilaria Salamone
i love them
Martedì, 14 Dicembre 2010 09:57:00
di: Marianna Balducci - 73 Commenti
Quelle di Colin Lin sono adorabili!!!! Visto che sono fatte di carta, avrei una marea di magazine di moda da cui non mi riesco a separare... potrei commissionare un paio di ballerine :D
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